Coaching: Noi non siamo amici
Tra le frasi che alimentano i luoghi comuni sul coaching ce n’è una piuttosto tagliente:
“Beh, ma se devo parlare con qualcuno, parlo con un amico che almeno mi conosce già”
Perché parlare con un amico non è una sessione di Coaching...
Quando affrontiamo con un amico una questione per noi importante, sappiamo che questa persona conosce la nostra vita, i nostri desideri, le nostre ambizioni, i nostri dubbi, etc… Dando per scontato queste cose, durante la conversazione omettiamo queste informazioni. Non le ripetiamo, non vogliamo essere pedanti. Un principio fondamentale del Coaching, invece, è Ascoltarsi. Elaborare i pensieri ed esprimerli a voce alta è un processo di autoanalisi potentissimo. Mentre omettiamo i nostri ragionamenti a voce alta, ci togliamo una grandissima opportunità: Impediamo alle nostre orecchie e quindi al cervello di ascoltare la nostra storia “dall’esterno”. La posizione “esterna” (detta Meta) sviluppa una elaborazione immediata e più obiettiva.
Parlate mai da soli? Ascoltate la vostra voce mentre esprime felicità? Ansia oppure disperazione? è davvero un'esperienza introspettiva essenziale, illuminante. Vi permette di ri-elaborare le vostre percezioni e quindi di agire in modo diverso.
Un altro motivo per il quale parlare con un amico non è una sessione di Coaching è la sua posizione percettiva. Una persona che ti vuole bene non riuscirà quasi mai ad ascoltarti senza esprimere un giudizio. Per questo spesso scegliamo persone simili a noi per determinati argomenti. Per esempio parliamo con l’amica single delle nostre esperienze amorose, parliamo di lavoro con i colleghi, parliamo di shopping con chi ha i nostri stessi gusti e possibilità economiche e parliamo di figli con i nostri genitori. Temi diversi per persone affini alle nostre opinioni. Ma in questo modo come ci mettiamo in discussione? Come risolviamo quella questione che dal nostro punto di vista sembra insormontabile?
Il Coach non ha una opinione, non esprime un giudizio, a lui interessa il processo mentale per affrontare una questione, non la questione in sè. Il Coaching non è chiedere l’opinione di un esperto in una materia precisa, per essere giudicati e consigliati, ma chiedere di essere guidati/accompagnati in un processo di pensiero laterale, il pensiero che parte da noi ma prende una strada diversa da quella tradizionale, logica, consequenziale.
Un altro motivo per il quale un amico non è un Coach è che difficilmente, quasi mai direi, un amico non ti consiglia cosa fare. Chi ti vuole bene ha a cuore la tua serenità, il tuo comfort e tenderà sempre a cercare di aiutarti a prendere la decisione che per lui è migliore per te. Quella meno “faticosa”. Lo so che qui qualcuno dirà: “ma va, io per esempio se un amico mi chiede un consiglio dico sempre -fai quello che ti senti- non mi prendo la responsabilità di dire cosa fare”. Appunto! -Fai quello che ti senti- significa: continua a fare quello che hai sempre fatto! Ti predispone a scegliere il pensiero tradizionale.
Il Coach, invece, si prende la responsabilità del metodo ed è consapevole, per gli studi fatti sul comportamento umano, che tu sei custode delle tue risorse. Risorse infinite, magari già utilizzate in passato, da dissotterrare, oppure nuove, da stimolare per uscire dal circolo vizioso degli eventi che ti preoccupano.
L’amico ti perdona le debolezze. Non ti vuole vedere faticare, ravanare dentro di te per mettere in ordine la tua “cassetta degli attrezzi” (le tue risorse). Non ti vuole sognatore! Teme che tu possa cadere “volando alto”.
Il Coach invece, pensa che dietro la fatica c’è la costruzione di un metodo solido, che una volta acquisito è utilizzabile per tutte le difficoltà che incontrerai, un mezzo personale dal quale attingere forza e coraggio. L’immaginazione che ti fa “volare alto” è uno strumento potente di PNL per immedesimarsi nell’obiettivo e fare già un passo in avanti.
Il meraviglioso amico ti vuole come sei, perché tu così sei perfetto, perfetto per lui! Ti ama, ti ha scelto, difficile per lui allenarti ad avere un punto di vista diverso. Il Coach, invece, vede in te un libro nuovo da leggere, da scoprire e dal quale trarre meravigliosi insegnamenti.






